Si può vedere l'incontro con l'opera d'arte come un incontro di una persona che abbia una visione del mondo diversa dalla nostra, con la quale siamo chiamati a confrontarci. E' come attraversare una soglia invisibile eppure avvertita e si indugia su di essa quando siamo nei pressi di un'opera d'arte. I lavori di Giuseppe Rossi mettono in "opera" nell'allucinata figura dell'oltre, il fascinoso paradosso della soglia.
Una soglia è l'apparire di una paradossale linea di confine: il luogo paradossale che, allo stesso tempo, unisce e divide: una zona indecisa in cui è sempre possibile entrare ma anche, al tempo stesso, tornare e poi uscire. Una soglia non può che essere attraversata: il luogo che non ha luogo e in cui qualcosa accade, confonde il dentro e il fuori, la prossimità e la distanza, l'identità e la differenza, lasciando entrare l'esterno e uscire l'interno, separandoli e unendoli.
In queste opere la linea, figura estrema della soglia, espone fino in fondo il suo destino, la sua vera vocazione, non più l'apparizione di un essere sul vuoto dello fondo, ma la modulazione di una spazialità preliminare.
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