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Marco Speroni



La composizione su lamiera di colore nero che si discosta dalla parete e va ad amplificare lo spazio retrostante; l'ascesa dei triangoli rossi distribuiti in campo nero e l'illusoria sovrapposizione dei cerchi, vanno a creare un dinamismo che dall'interno combatte la rigida geometria della struttura.


Protagonista dei lavori di Giuseppe Rossi è il punto di vista dello spettatore, il quale spostandosi cambia il suo modo di vedere l'opera, generando un diverso movimento di linee e aprendo possibilità prospettiche illusorie di un'alta suggestione visiva (Pop Art).


Gli ultimi lavori dell'artista sono esposti in campi aperti, nel tentativo di ritrovare una sintonia perduta tra la natura e l'uomo. Si tratta di installazioni di legno, incursioni temporanee nel paesaggio circostante che vanno a modificare per il breve tempo dell'esposizione i luoghi scelti dall'autore (la riva del mare, gli scogli, le piante, i prati, eccetera).


... In alcuni casi (es. quaranta stele di varia altezza sparse sulla collina) lo spettatore ha la possibilità di far parte dell'installazione, di vivere dentro l'opera superando la soglia dello spazio finito per entrare in quello infinito dell'arte. La composizione rossa di legno e l'uomo, circondati dal silenzio della natura esprimono nell'insieme della visione sincronica una ritualità mistica, una rappresentazione scenica di uno spettacolo dall'intenso impatto emotivo.


Per quanto riguarda la poesia Rossi si allontana dalle canoniche strutture metriche e trova la sua ideale forma espressiva nella lirica breve, semplice e nello stesso tempo dotata di grande profondità di senso, veloce e vorticosa discesa che cattura la mente.


Nei cataloghi dell'artista le poesie accompagnano le opere: questo perché esse fanno spesso riferimento alla nascita dell'opera stessa, rilevando l'attimo creativo. Il verso trova così corrispondenza della scultura o nell'installazione, e viceversa.


Rossi va alla continua ricerca della parola e dell'immagine, due lati della stessa strada, lunga e perennemente sottoposta ai lavori in corso, modificata dall'esterno (la società) e dall'interno (l'animo dell'artista). Forza centrifuga e centripeta si ritrovano come d'incanto nello stesso punto: punto di arrivo e di partenza, dove il vecchio e il nuovo si compenetrano per mostrare al presente l'eternità dell'arte.


"Batto e ribatto il ferro nudo / che lento poi si veste. / Dalla nebbia un'ombra avanza sommessa / e nella luce poi si manifesta"
(Liberi versi tratti dalla raccolta "Attimi" 2006 di Giuseppe Rossi)


Milano 20 sett. 2008 - Speroni Marco critico d'Arte
Dal Catalogo Scultori Italiani 2009-2010 - Ed. G. Mondadori -